Dopo il comunicato stampa agli inizi del mese che informava della nascita di Parma Brand, la struttura che si occuperà anche dell’organizzazione degli eventi per il Centenario del Parma Calcio, il 23 novembre scorso si è svolta la presentazione ufficiale presso l’Aeroporto Giuseppe Verdi.
Non so se gli organizzatori hanno scelto questa location facendo memoria alle origini del Parma Calcio, nato appunto nel nome di Verdi nell’anno del centenario della sua nascita. Ne dubito, visto che non l’ho riscontrato in alcun articolo e intervista, ma ad ogni modo è una felice coincidenza.
Il mio dubbio su questo e su altro, che è anche di alcuni amici che mi hanno confidato le loro perplessità, non è infondato e vedremo poi il perché.
Riporto dal sito del Parma F.C.: Il progetto Parma Brand nasce per supportare al meglio l’importante anniversario e, al contempo, per promuovere e organizzare una serie di eventi che scaturiranno – anche concretamente – dallo stadio Ennio Tardini per contagiare poi la città. L’obiettivo della neonata iniziativa è coinvolgere tutti i cittadini, e non soltanto i tifosi: il team del Parma F.C. punta a far vivere lo stadio in modo diverso e divertente, grazie alla creazione di una “nuova piazza” proprio all’interno dell’area-stadio, a due passi dal centro storico.
Tutto bene, l’organizzazione di eventi, anche e soprattutto extra-sportivi, per festeggiare il centenario che coinvolgano tutta la città è quello che auspichiamo tutti.
Va benissimo anche il riguardo all’aspetto commerciale, d’altra parte il nostro Parma non campa d’aria e ha bisogno di nuove entrate per supportare l’attività sportiva.
Qualcosa però stonava nel decollo di questa iniziativa.
Il logo scelto da chi deve organizzare gli eventi per festeggiare il nostro centenario non è dei più azzeccati, anzi oserei dire che è un po’ troppo spigoloso.
Lo stesso Marchi, responsabile di Parma Brand, nelle dichiarazioni pubblicate sul sito internet ufficiale del Parma F.C. l’ha già identificato con un “cubo”.
I dubbi, le perplessità che si dicevano all’inizio emergono anche da queste scelte.
Viene da chiedersi se chi ha elaborato questo logo cubico sia a conoscenza della rivalità, dell’arlia che c’è tra Parma e Reggio Emilia.
Che i parmigiani identifichino i cugini reggiani quali teste quadre è arcinoto, c’è anche letteratura in merito.
Purtroppo l’assenza pluriennale del derby del grana a causa della militanza della squadra granata nelle serie inferiori ha forse affievolito questo sentimento ma è comunque ancora vivo, perlomeno tra gli autoctoni parmigiani e reggiani.
Gli esempi di questa arlia sono innumerevoli fin dai primi anni del Parma Calcio per arrivare agli ultimi, in particolare in occasione della retrocessione in B, attesa per anni dai reggiani e quando poi è successo loro non c’erano (sigh).
In un passato non molto lontano, sempre in assenza di derby, qualche mente “perversa” gialloblu aveva pensato ai cugini già in difficoltà ideando i BOG, i buoni ordinari granata, per promuovere l’acquisto della Reggiana per poi comunque farla fallire.
Iniziativa profetica in quanto poi tutto accadde realmente con il costruttore parmigiano Foglia che dopo averla comprata (e qualcuno la ribattezzò PReggiana) la fece fallire davvero in pochi anni.
Queste dimenticanze sono anche scusabili, del resto tutta la comunicazione e gli allestimenti sono curati da aziende bresciane, saranno più ferrati in rapporti con i bergamaschi.
Il progetto Parma Brand, secondo quanto illustrato scherzosamente dai promotori, nasce da una gara di briscola tra il presidente Ghirardi, l’AD Leonardi, Volpi e Marchi, rispettivamente presidente e responsabile di Parma Brand.
Tornando alle coincidenze ritorna alla mente quello che i reggiani scrissero su uno striscione in occasione di un Reggiana-Parma “A voi coppe e denari, a noi spade e bastoni”.
Che sia di buon auspicio per quanto riguarda le coppe e i denari, per il resto meglio di no.
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